Tutte le novità della nuova Norma CEI 64-8

Tutte le novità della nuova Norma CEI 64-8

Dal 17 Settembre è possibile acquistare sul sito del Comitato Elettrotecnico Italiano la nuova edizione della Norma CEI 64-8. Come noto la Norma CEI 64-8 contiene le prescrizioni per la progettazione, la realizzazione e la verifica di un impianto elettrico utilizzatore in bassa tensione, il cui fine è garantire la sicurezza dell’impianto elettrico e il suo funzionamento adatto all’uso e al luogo previsto. La settima edizione continuerà ad essere in vigore fino al 30 novembre 2021, dal primo di dicembre diventeranno operative le prescrizioni contenute nella nuova edizione.

1. L’ottava edizione della Norma CEI 64-8
Nove anni dopo la pubblicazione dell’edizion precedente, diviene dunque pubblica, in edizione consolidata, l’errata corrige di luglio 2012 e le seguenti varianti: V1 (luglio 2013), V2 (agosto 2015), V3 (marzo 2017), V4 (maggio 2017), la V5 (febbraio 2019). L’ottava edizione comprende anche il foglio di interpretazione IS1 alla variante V4 (dicembre 2017) e i testi dei progetti CEI C.1229 e C.1258 la cui inchiesta pubblica si era conclusa nei mesi di febbraio 2019 e aprile 2020. Non solo. Nel frattempo, infatti, ad agosto 2016, la Norma CEI 64-8 acquisiva una nuova parte, la Parte 8.1, dedicata all’efficienza energetica degli impianti elettrici. La settima edizione, che “andrà in pensione” il primo di dicembre, è rimasta in vigore oltre il doppio del tempo medio delle edizioni precedenti.
Riepilogando, quindi, la nuova edizione della norma impianti comprende otto parti dedicate a:
– Parte 1 “Oggetto, scopo e principi fondamentali” che specifica a quali impianti elettrici si applica la Norma CEI 64-8 e a quali non si applica;
– Parte 2 “Definizioni”, con le definizioni dei termini che ricorrono nella Norma CEI 64.8 necessarie per la comprensione dei requisiti normativi richiesti ad un impianto elettrico;
– Parte 3 “Caratteristiche generali”, con le prescrizioni relative alla configurazione circuitale degli impianti elettrici, ai loro sistemi di alimentazione, alla protezione contro le influenze esterne, alla compatibilità dei componenti elettrici tra di loro ed alle condizioni di manutenzione;
– Parte 4 “Prescrizioni per la sicurezza”, con le prescrizioni relative alle misure necessarie da adottare per garantire la sicurezza delle persone e dei beni. In particolare, sono trattate le prescrizioni riguardanti la protezione contro i contatti diretti ed indiretti, contro le sovracorrenti, e le prescrizioni riguardanti il sezionamento e il comando;
– Parte 5 “Scelta ed installazione dei componenti elettrici”, che fornisce le prescrizioni relative alla scelta ed alla installazione dei componenti elettrici necessari per l’attuazione delle misure di protezione trattate nella Parte 4;
– Parte 6 “Verifiche”, che riporta le prescrizioni relative alle verifiche iniziali e periodiche, (costituite da esami a vista e da prove) che devono essere eseguite in un impianto elettrico per accertare che le prescrizioni della Norma CEI 64-8 sono rispettate;
– Parte 7 “Ambienti ed applicazioni particolari”, che fissa le prescrizioni particolari alle quali devono soddisfare gli impianti elettrici realizzati negli ambienti e per le applicazioni particolari, che integrano, modificano o annullano le prescrizioni generali delle altre Parti della Norma CEI 64-8;
– Parte 8 ”Efficienza energetica degli impianti elettrici”, che tratta le prescrizioni e le raccomandazioni per il progetto di un impianto elettrico nel quadro di un approccio di gestione dell’efficienza energetica per ottenere il miglior servizio permanente funzionalmente equivalente con il consumo di energia elettrica più basso e nelle condizioni di disponibilità di energia e di equilibrio economico più accettabili.

Figura 1: le edizioni della Norma CEI 64-8, a partire dalla prima, del 1984, che sostituì la Norma CEI 11-1.

Le novità sono molte, alcune meno importanti (anche se interessanti, come ad esempio lo schema dell’articolo 21.5 sulle definizioni di alimentazione di emergenza, sicurezza e di riserva) , altre sostanziali. Oltre alle modifiche introdotte dalle 5 varianti indicate in premessa, nella nuova edizione si registrano le seguenti modifiche degne di nota:
– Sono state inserite numerose prescrizioni relative ai provvedimenti antincendio derivanti dall’applicazione del codice di prevenzione incendi dei Vigili del Fuoco;
– E’ stato modificato il capitolo 37 sugli impianti a livelli (ambienti residenziali);
– E’ stata inserita la tabella 51° relativa alla classificazione delle influenze esterne;
– E’ stata riscritta la parte 6 sulle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori;
– E’ stata modificata la parte 8-1 relativa all’efficienza energetica;
– E’ stata inserita la nuova parte 8-2 relativa ai “Prosumer” (utenti attivi).

Dal punto editoriale, infine, l’ottava edizione della Norma CEI 64-8 cambia completamente veste. I commenti che prima comparivano nelle pagine di sinistra della norma ora compaiono di seguito alle prescrizioni normative. Questo garantisce una maggiore fruibilità (anche per il formato elettronico) e un risparmio cospicuo di pagine stampate (meno di 700 invece di oltre 1000, a fronte di maggiori prescrizioni normative contenute).

2. Impianti residenziali
Sono state introdotte diverse modifiche sia al corpo normativo, sia alla famosa tabella A riguardante le dotazioni minime per gli impianti di livello 1, livello 2 e livello 3.
Viene “battezzato” QUA il quadro “di unità abitativa”, in analogia con la nomenclatura introdotta dalla Guida 306-2 (QSOA ecc.).
La nuova norma dispone che, “salvo impedimenti costruttivi dovuti alla struttura o alla tipologia dell’edificio, la colonna montante dell’impianto (a valle del contatore) e l’interruttore generale devono essere dimensionati per una potenza contrattualmente impegnata di almeno 6 kW (anche se la superficie dell’immobile è inferiore a 75 m2)”, mentre sparisce la prescrizione secondo la quale la sezione del montante deve essere di almeno 6 mm2.
Viene suggerito di predisporre la canalizzazione che colleghi il quadro dell’unità abitativa o il quadro alla base del montante, all’eventuale area individuale destinata al parcheggio degli autoveicoli in modo da consentire la ricarica di veicoli elettrici (secondo la Sezione 722). Tale canalizzazione deve permettere la posa dei cavi di potenza e di eventuali cavi di comunicazione elettronica in canali separati.

La norma richiama in maniera esplicita le prescrizioni previste dalla Specifica Tecnica CEI 64-21:

“Nel caso di impianti elettrici di unità immobiliari ad uso residenziale destinati ad essere utilizzati da parte di persone con disabilità o specifiche necessità, i requisiti della presente Sezione possono essere integrati, modificati o sostituiti da quanto previsto dalla Specifica Tecnica CEI 64-21”.

Richiami diretti sono rivolti anche alle Guide 64-50 (Edilizia ad uso residenziale e terziario
Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti di comunicazioni e impianti elettronici negli edifici – Criteri generali), 64-100 (Edilizia Residenziale – Guida per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni), 100-7 (Guida per l’applicazione delle Norme sugli impianti per segnali televisivi, sonori e servizi interattivi) e 306-2 (Guida al cablaggio per le comunicazioni elettroniche negli edifici residenziali):

“Nella fase di progettazione si valuti la consistenza dell’impianto, in modo da assicurare la possibilità di integrare nuove soluzioni consentendo l’incremento di livello senza interventi sulle parti edili anche in momenti differiti nel tempo. Si vedano la Guida CEI 64-50 e la serie di Guide CEI 64-100/1,2,3”.

“Indicazioni utili sono contenute nelle Guide CEI 306-2, 64-100/1,2,3 e per gli impianti d’antenna nel capitolo “raccomandazioni” della Guida CEI 100-7”.

L’ultima riga della tabella A è riferita proprio alle dotazioni previste dalla Guida CEI 306-2 (STOA – scatola di terminazione ottica e QDSA – quadro di distribuzione segnali). La riga è da applicare nei casi previsti dall’introduzione dell’articolo 135-bis del testo unico dell’edilizia.

Tabella A: Dotazione minime per gli impianti, evidenziate in rosso le principali variazioni.

2.1 Dotazioni degli impianti
La norma specifica che per punto presa si intende il punto di alimentazione di una o più prese all’interno della stessa scatola. I punti presa devono essere distribuiti in modo adeguato nel locale, ai fini della loro utilizzazione e raccomanda che i punti presa previsti come inaccessibili e i punti di alimentazione diretti devono essere siano controllati da un interruttore di comando onnipolare.
Vengono elencate (l’elenco è esemplificativo e non esaustivo) 18 funzioni che possono o meno far parte di un sistema domotico:

1. Videosorveglianza
2. Allarme intrusione
3. Controllo accessi
4. Rivelazione e allarme incendio (UNI 9795), se non è prevista gestione separata
5. Antiallagamento e/o rivelazione fughe di gas 6. Gestione illuminazione con comandi
7. Gestione tapparelle, tende e coperture motorizzate
8. Gestione serramenti, porte, portoni, cancelli e sezionali motorizzati
9. Termoregolazione multizona per riscaldamento invernale e/o climatizzazione estiva
10. Gestione ventilazione meccanica forzata per qualità aria
11. Scenari programmabili
12. Gestione irrigazione monozona o multizona
13. Diffusione sonora
14. Controllo carichi per antiblackout e/o per limitazione potenza prelevata da rete
15. Controllo carichi per autoconsumo per efficientamento fonti rinnovabili
16. Monitoraggio flussi energetici (produzione e consumo)
17. Gestione della ricarica dei veicoli elettrici
18. Sistemi di accumulo elettrico

2.2 Tubi e spazi
I cavi devono essere sfilabili qualunque sia il livello dell’impianto, ad eccezione di elementi
prefabbricati o pre-cablati.
A tal fine, il diametro interno dei tubi protettivi di forma circolare deve essere almeno pari a 1,5
volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio di cavi che essi sono destinati a contenere. In
ogni caso il diametro nominale deve essere pari ad almeno:
• 25 mm per montanti e dorsali;
• 20 mm per tratti terminali.
Nelle cassette di derivazione, dopo la posa di cavi e morsetti, è opportuno lasciare uno spazio
libero pari a circa il 30% del volume della cassetta stessa (prima era richiesto il 20%).
Anche nei quadri deve essere previsto il 30% in più di spazio, da lasciare disponibile per futuri ampliamenti (la settima edizione della norma chiedeva il 15%), con un minimo di due spazi.

2.3 Prese
Le quantità di punti presa all’interno degli ambienti non subiscono variiazioni, tuttavia vengono riscritte diverse caratteristiche rispetto la precedente versione della Norma. Ad esempio, all’interno dello stesso locale viene meno il limite dell’entra-esci su due punti presa: è dunque possibile per l’installatore valutare l’opportunità di ricorrere all’entra-esci anche per tutte le prese di un locale.
La prescrizione di installare punti presa in prossimità dei punti TV viene estesa anche alle prese telefoniche e dati:
“Tutte le prese TV, dati, telefono, devono avere accanto almeno una presa energia. Inoltre,
almeno una delle prese TV dell’intera unità immobiliare richieste nella Tabella A, deve avere
accanto la predisposizione (posa tubi e scatole) per totale 6 prese energia. Se in luogo della
predisposizione di cui sopra, si installa un numero di punti prese equivalente questi vengono
conteggiati ai fini del numero minimo di punti prese richiesti nei locali”.
Svanisce l’obbligo di installare punti presa in corrispondenza delle porte di accesso ai locali, mentre viene introdotto il consiglio per i punti prese destinati presumibilmente ad alimentare elettrodomestici (fissi e/o mobili) di prevedere almeno una spina S30.
In cucina, è necessario almeno predisporre la canalizzazione (almeno da 20 mm di diametro) dal quadro (o da una scatola di derivazione) per l’alimentazione di un eventuale piano di cottura ad induzione.

2.4 Interruttori differenziali di tipo F
La nuova Norma raccomanda l’impiego di interruttori differenziali di tipo F (al posto che i tipo A previsti nella settima edizione), per la protezione dei circuiti che alimentano lavatrici e/o condizionatori fissi.

2.5 Protezione dalle sovratensioni
Vengono ricordate all’interno del capitolo 37 che la protezione contro le sovratensione deve essere realizzata secondo quanto indicato all’articolo 443 della Norma CEI 64-8. La protezione è fornita installando dispositivi di limitazione delle sovratensioni (SPD), la cui scelta e installazione deve essere effettuata in conformità con le indicazioni dell’articolo 534 (limitatori di sovratensione).
Per determinare se la protezione contro le sovratensioni transitorie di origine atmosferica è necessaria occorre calcolare il livello di rischio calcolato (CRL):

CRL = fenv / (LP × Ng)

Per i livelli 1 e 2 l’installazione di SPD nel Quadro di unità abitativa (QUA) se il livello di rischio calcolato è superiore a 1.000.
Al fine di calcolare il valore di CRL sono definiti fen (fattore ambientale) pari a 85·F in ambiente rurale e suburbano e 850·F in ambiente urbano, dove F rappresenta un coefficiente attualmente fissato uguale a 1 per tutti gli impianti, Ng la densità di fulminazione al suolo (fulmini per km2 per anno) nel punto in cui è presente la rete di alimentazione e la struttura collegata, mentre LP è la lunghezza del tratto sottoposto alla valutazione del rischio.

LP = 2 LPAL + LPCL + 0,4 LPAH + 0,2 LPCH
dove:
LPAL è la lunghezza (km) della linea aerea a bassa tensione;
LPCL è la lunghezza (km) del cavo interrato a bassa tensione;
LPAH è la lunghezza (km) della linea aerea ad alta tensione;
LPCH è la lunghezza (km) del cavo interrato ad alta tensione.

La lunghezza totale (LPAL + LPCL + LPAH + LPCH) è limitata a 1 km o alla distanza dal primo dispositivo di protezione dalle sovratensioni installato nella rete di alimentazione all’ingresso dell’impianto, scegliendo la minore fra le due. Inoltre, se le lunghezze dei tratti non sono note (o lo sono solo parzialmente), la Norma CEI 64-8 consiglia di porre il valore di LPAL sia posto uguale alla distanza residua per raggiungere una lunghezza totale di 1 km.

Al di là delle formule, che di fatto rendono l’installazione sempre obbligatoria, e delle prescrizioni specifiche per gli ambienti domestici, la Norma suggerisce di consultare la Parte 443 e la parte 534 per verificare la necessità di installare ulteriori SPD (e sceglierne il tipo) all’interno dell’unità abitativa nei casi previsti. Il consiglio resta quello di fare riferimento alle Norme del CT81.

3. Influenze esterne
Una novità rilevante (almeno per il numero di pagine che occupa) è rappresentata dall’allegato 51A (informativo) sulle influenze esterne.
Una “tabellona” smisurata, derivata dalle norme internazionali, che ricorda al progettista che i componenti elettrici devono essere scelti e messi in opera secondo determinati requisiti.
La tabella fornisce un elenco di caratteristiche che i componenti elettrici devono possedere in accordo alle influenze esterne ai quali i componenti potrebbero essere soggetti.
Se un componente elettrico non ha, per costruzione, le caratteristiche adeguate alle influenze esterne del luogo di installazione, può, ciò nonostante, essere utilizzato a condizione che gli sia fornita un’adeguata protezione supplementare al momento della messa in opera dell’impianto.
Difficile pensare all’applicazione pratica della tabella, tuttavia funziona più o meno così:
La prima lettera fa riferimento alla categoria generale di influenza esterna, la seconda lettera indica la natura dell’influenza esterna, il numero rappresenta la classe dell’influenza esterna. Ad esempio il codice “AC2” si traduce in “Altitudine maggiore a 2000 m”, come spiegato in figura 2.

Figura 2: Note all’allegato 51A

4. Verifiche
La parte 6 è stata revisionata completamente e riporta alcune novità piuttosto importanti in materia di esame a vista, periodicità dei controlli e sulle modalità di esecuzione di alcune prove e misure. Inoltre la nuova norma suggerisce le attività minime da eseguire nei vari contesti, con riportato il riferimento al paragrafo dedicato:

Verifiche iniziali:
a) prova di continuità dei conduttori (vedere 6.4.3.2);
b) misura della resistenza di isolamento (vedere 6.4.3.3);
c) misura della resistenza di isolamento per verificare l’efficacia della protezione mediante SELV, PELV o separazione elettrica (vedere 6.4.3.4);
d) misura della resistenza di isolamento per verificare l’efficacia della resistenza/impedenza del pavimento e delle pareti (vedere 6.4.3.5);
e) prova di polarità (vedere 6.4.3.6);
f) prove e misure per verificare l’efficacia della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione (vedere 6.4.3.7);
g) prova e/o misura per verificare l’efficacia delle protezioni addizionali (vedere 6.4.3.8);
h) prova della sequenza delle fasi (vedere 6.4.3.9);
i) prove di funzionamento (vedere 6.4.3.10);
j) misura della caduta di tensione (vedere 6.4.3.11).

Per quanto riguarda le verifiche periodiche il nuovo capitolo richiede che nello svolgimento della verifica periodica, le registrazioni e le raccomandazioni originate dalle verifiche precedenti siano tenute in considerazione e che se non è disponibile nessun rapporto precedente, è necessario effettuare un’indagine preliminare.

La verifica periodica, secondo il nuovo documento, deve essere effettuata mediante esame a vista e prove per assicurare:
a) la sicurezza delle persone e degli animali domestici contro i contatti elettrici e le ustioni;
b) la protezione contro i danni alle cose dall’incendio e dal calore che si produce a seguito di guasti nell’impianto;
c) la conferma della correttezza dei valori nominali e delle regolazioni dei dispositivi di protezione richiesti dalla norma;
d) la conferma della correttezza dei valori nominali e delle regolazioni dei dispositivi di monitoraggio;
e) la conferma che l’impianto non è danneggiato o deteriorato in modo da ridurre la sua sicurezza e la sua funzionalità;
f) l’identificazione dei difetti dell’impianto e la non conformità alle prescrizioni delle corrispondenti parti della Norma, che possono dar luogo a pericolo.

Viene inserita anche la seguente annotazione, nel caso di RCM o IMD: “Quando un circuito è monitorato in modo permanente da un RCM (indicatore di corrente differenziale) conforme alla CEI EN 62020, o da un IMD (dispositivo per controllo di isolamento nei sistemi IT) conforme alla CEI EN 61557-8, non è necessario misurare la resistenza d’isolamento, se il funzionamento del dispositivo RCM o IMD è corretto. Il funzionamento dei dispositivi RCM o IMD deve essere verificato, almeno azionando il pulsante di prova”.

4.1 Esame a vista
Vengono aggiunte all’elenco di azioni necessarie per un corretto esame a vista il coordinamento e la selettività delle protezioni; scelta, posizionamento e installazione degli SPD; le misure di protezione contro i disturbi elettromagnetici; scelta e installazione del sistema di cablaggio:

d) scelta, taratura, selettività e coordinamento dei dispositivi di protezione e di monitoraggio (Capitolo 53 Sezioni 536 e 570);
e) scelta, posizione ed installazione di idonei dispositivi di protezione contro le sovratensioni (SPD) dove specificato Capitolo 53 Sezione 534);
n) misure di protezione contro disturbi elettromagnetici (Sezione 444);
p) scelta e messa in opera del sistema di cablaggio (Sezioni 521 e 522).

4.2 Periodicità dei controlli
Vengono fornite inoltre frequenza della verifica periodica “La frequenza della verifica periodica di un impianto deve essere determinata in funzione del tipo di impianto e delle apparecchiature, del loro uso e funzionamento, della frequenza e ella qualità della manutenzione e delle influenze esterne a cui l’impianto è soggetto”.
La norma si esprime anche sulla periodicità degli interventi che, in bassa tensione può essere di alcuni anni, comunque non superiore a 5 anni, con l’eccezione dei casi in cui, esistendo un maggiore rischio, possono essere richiesti intervalli più brevi, comunque
non superiori a due anni, per esempio:
• gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio (Sezione 751);
• i locali medici (Sezione 710);
• i cantieri di costruzione e demolizione (Sezione 704).

Negli impianti elettrici soggetti ad un efficiente sistema di sorveglianza per la manutenzione preventiva nell’uso normale, le verifiche periodiche possono essere sostituite da un adeguato sistema di sorveglianza e di manutenzione continue degli impianti e di tutti i loro componenti da parte di persone esperte nei sistemi di sorveglianza e manutenzione. Devono essere effettuate appropriate registrazioni che include almeno:
• l’indicazione delle parti dell’impianto verificate;
• eventuali limitazioni sulle verifiche e le prove effettuate;
• qualsiasi danno, deterioramento, guasto o condizione pericolosa riscontrata;
• eventuali non conformità con le prescrizioni della presente Norma riscontrate, che possano dare origine ad un pericolo;
• i risultati delle appropriate prove effettuate;
• la raccomandazione relativa all’intervallo di tempo entro cui effettuare la successiva verifica periodica.

4.3 Modalità di esecuzione di prove e misure
Novità rilevanti per l’esecuzione di alcune misure e prove, ovvero per la misura della resistenza di terra, la misura dell’impedenza dell’anello di guasto e per la prova degli interruttori differenziali:

4.3.1 Misura della resistenza di terra
La misura della resistenza di terra, quando prescritta (vedere 413.1.4.2 per i sistemi TT, 413.1.3.7 per i sistemi TN e 413.1.5.2, per i sistemi IT), deve essere effettuata con un metodo appropriato.
Quando la misura della resistenza non è possibile, questa può essere anche calcolata.

4.3.2 Misura dell’impedenza dell’anello di guasto
La rispondenza alle prescrizioni di 413.1.3 della Norma CEI 64-8 deve essere verificata mediante:
1) la misura dell’impedenza dell’anello di guasto, quando possibile (vedere 6.4.3.7.3). In alternativa, quando la misura dell’impedenza dell’anello di guasto non sia possibile, la verifica della continuità elettrica dei conduttori di protezione (vedere 6.4.3.2) è considerata sufficiente, a condizione che siano disponibili i calcoli dell’impedenza dell’anello di guasto o della resistenza del conduttore di protezione, corrispondenti all’impianto come realizzato (vedere 6.4.1.2);
NOTA – La documentazione di progetto rappresenta un’informazione necessaria.

4.3.3 Prova degli interruttori differenziali
A differenza di quanto prescritto dalla precedente edizione della Norma, che non prevedeva la registrazione del tempo di intervento delle protezioni, la nuova edizione stabilisce che la prova di un interruttore differenziale ha esito positivo solo se il tempo di intervento risulta inferiore a quanto prescritto dal capitolo 41 in materia di protezione contro i contatti indiretti (5 s per i circuiti di distribuzione o 0,4 s per i circuiti terminali): “Si raccomanda di verificare i tempi di interruzione richiesti dal Capitolo 41 della presente Norma. In particolare, le prescrizioni per i tempi di interruzione devono essere verificati per una aggiunta o una modifica ad un impianto esistente, nel caso in cui i dispositivi di protezione differenziale vengano utilizzati anche come dispositivi di interruzione per tali aggiunte e modifiche”.

5. Ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Le novità riguardanti gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio sono molte e rilevanti. Tali novità in realtà sono state introdotte in gran parte dalla cosiddetta “variante fuoco” e dai progetti di norma pubblicati nel corso del 2019 e 2020. Di fatto la nuova edizione della Norma CEI 64-8 e il codice di prevenzione incendi, come vedremo, grazie alle modifiche introdotte, si avvicinano ulteriormente. La Norma si allinea anche al decreto legislativo 81/08, sottolineando che la valutazione del rischio va considerata un dato di progetto. Si sottolinea quindi la necessità di esplicitare, all’interno del progetto, la classificazione dei locali.

751.03.1 La valutazione del rischio di incendio costituisce uno dei dati di progetto. Il progettista
elettrico, acquisita la valutazione del rischio, classifica gli ambienti sulla base dell’Allegato ZA del Capitolo 51.

Le modifiche apportate alle definizioni invece riguardano sostanzialmente le alimentazioni dei servizi di sicurezza e di riserva. Si fa chiarezza sulle caratteristiche che i due tipi di alimentazione devono avere.
Nella parte commento relativa al punto 21.5 Alimentazione dei servizi di sicurezza, che definisce i servizi di sicurezza come “sistema elettrico inteso a garantire l’alimentazione di apparecchi utilizzatori o di parti dell’impianto necessari per la sicurezza delle persone…”, si stabilisce che “Per alimentazione di emergenza si intende un’alimentazione di sicurezza o di riserva”.

Viene inoltre inserita la già citata figura, derivata dalla variante fuoco, che designa le definizioni di alimentazione normale, di emergenza, di riserva e di sicurezza e permane la definizione che “per servizio di sicurezza si intende un servizio che deve continuare a funzionare in caso di mancanza dell’alimentazione ordinaria per garantire la sicurezza alle persone”.

Nuova Norma CEI 64-8 - definizioni
Figura 1 – definizioni di alimentazione normale, di emergenza, di riserva e di sicurezza.

5.1 Classificazione degli ambienti a maggior rischio in caso di incendio
Permangono le distinzioni nei tre gruppi, un tempo noti come ambienti a maggior rischio di tipo A, B e C. Tali luoghi ora sono definiti negli articoli 751.03.2, 751.03.3 e 751.03.4:

751.03.2 ex ambienti a maggior rischio di tipo A
Sono gli “ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio o per l’elevato danno ad animali e cose”.
Tali ambienti sono individuati secondo il criterio delle influenze esterne (si veda la prima parte del presente articolo) nella tabella:


Tabella 1 – Nuova Norma CEI 64-8 e ambienti a maggior rischio in caso di incendio (ex tipo A) secondo il criterio delle influenze esterne.

Alla Tabella è abbinata la seguente nota “Fatti salvi gli esiti della valutazione dei rischi di incendio secondo la normativa vigente, le attività di cui al DPR 151/2011 punti 41, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 71, 72, 73, 78 e i luoghi classificati a rischio di incendio “elevato” secondo DM 10/03/1998, rientrano in una delle classificazioni indicate in tabella”.
La norma quindi suggerisce di considerare come ambienti a maggior rischio in caso di incendio secondo l’articolo 751.03.2 (ex tipo A) le attività soggette al controllo dei Vigili del Fuoco indicate nell’elenco seguente, a meno di diversa valutazione del rischio:

Attività 41 : Teatri e studi per le riprese cinematografiche e televisive

Attività 65 : Locali di spettacolo e di trattenimento in genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 100 persone, ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 m2. Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico.

Attività 66 : Alberghi, pensioni, motel, villaggi albergo, residenze turistico – alberghiere, studentati, villaggi turistici, alloggi agrituristici, ostelli per la gioventù, rifugi alpini, bed & breakfast, dormitori, case per ferie, con oltre 25 posti-letto; Strutture turistico-ricettive nell’aria aperta (campeggi, villaggi-turistici, ecc.) con capacità ricettiva superiore a 400 persone.

Attività 67 : Scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con oltre 100 persone presenti; asili nido con oltre 30 persone presenti

Attività 68 : Strutture sanitarie che erogano prestazioni in regime di ricovero ospedaliero e/o residenziale a ciclo continuativo e/o diurno, case di riposo per anziani con oltre 25 posti letto;
Strutture sanitarie che erogano prestazioni di assistenza specialistica in regime ambulatoriale, ivi comprese quelle riabilitative, di diagnostica strumentale e di laboratorio, di superficie complessiva superiore a 500 m2

Attività 69 : Locali adibiti ad esposizione e/o vendita all’ingrosso o al dettaglio, fiere e quartieri fieristici, con superficie lorda superiore a 400 m2 comprensiva dei servizi e depositi. Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico.

Attività 71 : Aziende ed uffici con oltre 300 persone presenti
Attività 72 : Edifici sottoposti a tutela ai sensi del D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 destinati a contenere biblioteche ed archivi, musei, gallerie, esposizioni e mostre, nonché qualsiasi altra attività contenuta nel presente Allegato.
Attività 73 : Edifici e/o complessi edilizi a uso terziario e/o industriale caratterizzati da promiscuità strutturale e/o dei sistemi delle vie di esodo e/o impiantistica con presenza di persone superiore a 300 unità, ovvero di superficie complessiva superiore a 5000 m2, indipendentemente dal numero di attività costituenti e dalla relativa diversa titolarità

Attività 78 : Aerostazioni, stazioni ferroviarie, stazioni marittime, con superficie coperta accessibile al pubblico superiore a 5000 m2; metropolitane in tutto o in parte sotterranee.

751.03.3 ex ambienti a maggior rischio di tipo B
Gli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio in quanto costruiti con materiali combustibili vengono anch’essi individuati con il criterio delle influenze esterne:


Tabella 2 – Nuova Norma CEI 64-8 e ambienti a maggior rischio in caso di incendio (ex tipo B) secondo il criterio delle influenze esterne.

Anche in questo caso la tabella è corredata da una nota: “Fermo restando le eventuali disposizioni emanate dal Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco per le attività soggette a controllo di prevenzione incendi, rientrano in tale categoria di rischio i fabbricati realizzati con strutture portanti combustibili suscettibili di essere innescati da un guasto elettrico di componenti e apparecchi direttamente installati a contatto con le stesse strutture. I fabbricati con strutture portanti in materiale combustibile rivestite con materiali in classe di reazione al fuoco A1 non rientrano nella classificazione indicate in tabella”.
Non basta quindi che i materiali prevalenti debbano essere combustibili, ma devono anche essere suscettibili di essere innescati da un guasto elettrico di componenti e apparecchi direttamente installati a contatto con le stesse. Inoltre vengono escluse dalla classificazione le strutture rivestite con materiali in classe di reazione al fuoco A1.

751.03.4 ex ambienti a maggior rischio di tipo C
Per gli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per la presenza di materiale combustibile cambia poco, pur passando anche loro dalla tabella delle influenze esterne:


Tabella 3 – Nuova Norma CEI 64-8 e ambienti a maggior rischio in caso di incendio (ex tipo C) secondo il criterio delle influenze esterne.

In questo caso la nota chiarisce che, proprio come con la settima edizione della Norma, “Sono da classificare come BE2 i compartimenti antincendio/fabbricati con carico d’incendio specifico di
progetto qfd > 450 MJ/m2”.

5.2 La nuova conduttura “c5”
La nuova edizione introduce un nuovo tipo di posa ammessa negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio, la conduttura “c5”, ovvero:
Condutture all’interno di strutture combustibili realizzate con:
• canalizzazioni con grado di protezione almeno IP 4X realizzati in materiali metallici o
non metallici non propaganti la fiamma secondo le norme di prodotto (751.04.1.2)
• cavi unipolari, ivi compreso il conduttore di protezione, (o multipolari diversi da b1):

Nuova Norma CEI 64-8 - Condutture c5
Figura 2 – La nuova conduttura c5.

Per le condutture c5) non è richiesta la protezione contro l’incendio di cui alla Sezione 532.

5.3 Sistemi TN-C
Secondo l’articolo 751.04.1.1 Nei luoghi a maggior rischio in caso di incendio possono essere impiegati tutti i sistemi di distribuzione disciplinati alla Sezione 312 con le seguenti limitazioni:

“Non è ammesso il transito e l’utilizzo di sistemi TN-C, a meno che la separazione del neutro dal conduttore di protezione non avvenga a monte del fabbricato alimentato o attraversato”.

Nella nuova norma non solo è vietato l’utilizzo del sistema TN-C negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio, ma anche il transito.

5.4 Gradi di protezione degli involucri
La nuova norma fornisce indicazioni circa le caratteristiche costruttive di scatole, cassette di derivazione, quadri elettrici e centralini e canalizzazioni, riassumendole, complete di riferimenti normativi, nella tabella 751.04.1.2:


Tabella 2 – Caratteristiche costruttive dei componenti installati negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio.

6. La parte 8 della Norma CEI 64-8
La Parte 8 della Norma CEI 64-8 contiene prescrizioni, misure e raccomandazioni supplementari necessarie per il progetto, l’installazione, il funzionamento e la verifica di tutti gli impianti elettrici di bassa tensione trattati dalla Norma CEI 64-8 (Capitolo 11), compresi la produzione locale e l’accumulo dell’energia per ottimizzare l’utilizzo efficiente globale dell’elettricità.
Questa parte si applica ai nuovi impianti elettrici e agli impianti esistenti per realizzare miglioramenti significativi dell’efficienza energetica complessiva.
In particolare, la Parte 8 contiene le prescrizioni, le raccomandazioni e i metodi utili a progettare e valutare l’efficienza dell’energia elettrica (EEE) di un impianto elettrico di bassa tensione fornendo una classificazione secondo i seguenti livelli: EE0, EE1, EE2, EE3, EE4, e EE5 (dal livello di efficienza minore a quello maggiore).

Come indicato nella nota all’articolo 3.1.7, le misure di miglioramento dell’efficienza energetica tengono del consumo di energia in kWh, del prezzo dell’elettricità pagata al fornitore dall’utente dell’impianto elettrico, della tecnologia e dell’impatto ambientale.
Relativamente ai consumi di energia (esigenze relative ai carichi), occorre prendere in considerazioni la tipologia di apparecchi utilizzatori, la priorità dei carichi (carichi prioritari) prevedendo, ad esempio, una procedura per il distacco dei carichi, le informazioni d’uso dell’impianto elettrico e le predisposizioni di un funzionamento manuale che permetta il controllo delle funzioni automatiche. Quest’attività può essere svolta dal progettista coadiuvato dall’utente o direttamente dall’utente.
Elemento chiave per determinare e valutare l’efficienza di un edificio è la misurazione di alcuni parametri quali presenza di persone; temperatura; qualità dell’aria (livello di CO2); illuminazione diurna; durata di funzionamento e costo dell’energia.
Richiamando quanto definito dalla Norma CEI EN 61557-12 i dispositivi per la misura ed il monitoraggio (PMD) sono classificati in base alle funzioni minime richieste:
– PMD-1: Efficienza energetica: analisi dell’utilizzo dell’energia ai fini della valutazione dell’efficienza energetica;
– PMD-2: monitoraggio di base della potenza: controllo della potenza ai fini del monitoraggio e del comando della distribuzione dell’energia elettrica all’interno dell’impianto;
– PMD-3: monitoraggio avanzato della potenza e prestazioni della rete: monitoraggio avanzato della potenza e monitoraggio delle prestazioni di rete.
I parametri per la realizzazione delle misure di efficienza devono tenere conto dell’efficienza degli apparecchi utilizzatori e dell’impianto elettrico, della messa in funzione dei sistemi di monitoraggio e dell’installazione di sorgenti di alimentazione locali.
Le misure devono essere analizzate al fine di intraprendere azione dirette (il miglioramento dell’efficienza energetica) e azioni programmate (come il mantenimento di soluzioni esistenti e la realizzazione di nuove soluzioni).

6.1 Valutazione dell’efficienza energetica
Il metodo di valutazione dell’efficienza energetica di un impianto elettrico basata sui principali parametri che influenzano la sua efficienza è contenuto nell’Allegato B (normativo) della Nuova Norma CEI 64-8.
In particolare, la classe di efficienza di un impianto elettrico è determinata come somma dei parametri differenziati secondo la tipologia di ambiente:, industriale (B.3.2) o residenziale (B.3.3).
Il punteggio totale ottenuto sarà confrontato con i valori indicati nella Tabella B.1 al fine di definire la classe di efficienza dell’impianto elettrico. Ad ogni parametro non valutato dovrà essere assegnato un punteggio pari a 0 (zero).
Facciamo un esempio. Nel caso di un’abitazione i parametri di misurazione dell’efficienza energetica riguardano la determinazione del consumo di energia (Parametro II01: punteggio da 0 a 20 in base alla percentuale K1 del consumo annuale dei carichi, il cui valore è misurato all’origine della maglia o a valle, rispetto al consumo energetico annuo di energia dell’impianto) e la gestione dell’energia (somma dei parametri EM01 relativo alle zone all’interno dell’impianto, EM03 relativo alla valutazione della potenza nominale dei carichi che possono essere distaccati, EM04 relativo alle maglie all’interno dell’impianto, EM08 relativo all’implementazione del comando HVAC, EM09 relativo all’implementazione del comando automatico dell’illuminazione, EM05 relativo alla misura del numero di utilizzi oggetto delle misurazioni).
Costituiscono un bonus, la produzione locale basata su energie rinnovabili prodotta da impianti fotovoltaici, turbine eoliche, energia idroelettrica, geotermica o da biomasse (Parametro BS01) e la capacità installata di accumulo dell’energia elettrica (Parametro BS02). Al rapporto tra la produzione locale basata su energie rinnovabili ed il consumo totale di energia dell’impianto (RPRE) sono assegnati:
– 0 punti se RPRE è minore del 5%;
– 2 punti se RPRE è maggiore o uguale al 5% e inferiore al 30%;
– 3 punti se RPRE è maggiore o uguale al 30% e inferiore al 60%;
– 4 punti se RPRE è maggiore o uguale al 60% e inferiore all’80%;
– 5 punti se RPRE è maggiore o uguale all’80%.
Al rapporto tra la capacità installata di accumulo dell’energia elettrica (le sorgenti di massimo accumulo della potenza) ed il consumo medio giornaliero di energia (consumo totale annuo di energia elettrica del carico dell’impianto diviso per 365) dell’impianto (RPES) sono assegnati:
– 0 punti se RPES è minore del 5%;
– 1 punti se RPES è maggiore o uguale al 5% e inferiore al 15%;
– 2 punti se RPES è maggiore o uguale al 15% e inferiore al 30%;
– 3 punti se RPES è maggiore o uguale al 30%.

Parametri di misurazione dell’efficienza energetica nelle abitazioni:
II01 + EM01 + EM03 + EM04+ EM08+ EM09 + EM05 + BS01 + BS02

In un ambiente residenziale, pertanto, se il punteggio totale è:
– Compreso fra 0 e 14 punti: Classe di efficienza dell’impianto elettrico è EE00;
– Compreso fra 15 e 30 punti: Classe di efficienza dell’impianto elettrico è EE01;
– Compreso fra 31 e 49 punti: Classe di efficienza dell’impianto elettrico è EE02;
– Compreso fra 50 e 69 punti: Classe di efficienza dell’impianto elettrico è EE03;
– Compreso fra 70 e 89 punti: Classe di efficienza dell’impianto elettrico è EE04;
– Maggiore di 90 punti: Classe di efficienza dell’impianto elettrico è EE05.

L’Allegato A (informativo), invece, descrive le modalità per determinare la posizione del trasformatore e del quadro di distribuzione principale mediante il metodo del baricentro. Si tratta, cioè, di un metodo per definire la posizione energeticamente più efficiente dei trasformatori e dei quadri di distribuzione in un impianto elettrico, grazie alla riduzione delle perdite elettriche (Metodo del baricentro e Baricentro del carico totale). È inoltre possibile utilizzare anche metodi di ottimizzazione alternativi come il metodo della lunghezza media del percorso dei cavi descritto in A3.

6.2 Impianti elettrici per utenti attivi
La nuova Parte 8-2 della Norma CEI 64-8 fornisce le prescrizioni per il funzionamento e il comportamento corretti degli impianti elettrici per utenti attivi (PEI – Prosumer’s low-voltage Electrical Installations). Lo scopo è permettere il funzionamento efficace, sostenibile e sicuro di questi impianti elettrici quando sono integrati in reti intelligenti. I principi generali che regolano i PEI sono descritti nell’Allegato A.
Un impianto elettrico per utenti attivi (PEI) comprende l’impianto elettrico di bassa tensione collegato, o meno, alla rete di distribuzione pubblica e in grado di funzionare con generatori locali e/o le unità di accumulo locale dell’energia. L’impianto comprende il monitoraggio e il comando dell’energia dalle sorgenti collegate per fornirla agli apparecchi utilizzatori e/o alle unità di accumulo locale dell’energia e/o alla rete pubblica di distribuzione (Sistema di gestione dell’energia elettrica EEMS).
Un impianto elettrico per utenti attivo (o prosumer) può essere considerato come:
– impianto singolo ai fini del consumo e/o della produzione di energia elettrica (PEI individuale), caratterizzato da un impianto elettrico che prevede la possibilità di consumare e di produrre energia elettrica, e da un sistema di gestione per il proprio funzionamento;
– diversi impianti di consumo di energia elettrica, collegati alla stessa rete di distribuzione pubblica e che condividono un gruppo per la produzione e le apparecchiature di accumulo locale di energia elettrica (PEI collettivo) dove un gruppo di utenti attivi può cooperare e coordinare le proprie risorse in modo da realizzare un’alimentazione elettrica comune. In questo caso, tutti gli impianti elettrici privati sono considerati consumatori;
– diversi impianti di consumo e/o produzione di energia elettrica, simili ad un PEI individuale, collegati alla stessa rete di distribuzione pubblica a bassa tensione e che condividono tra loro le singole alimentazioni elettriche e le apparecchiature di accumulo dell’energia (PEI condiviso). In questo caso i locali individuali possono unire i propri interessi accettando di condividere la propria alimentazione, prodotta localmente, con i vicini. Ciascun proprietario delle abitazioni può avere installato sorgenti di energia rinnovabili che possono alimentare sia il proprio impianto elettrico sia quelli del gruppo.

Ciascun tipo di PEI può essere predisposto per i diversi modi di funzionamento (alimentazione diretta, inversa o in isola).
Ai fini della protezione contro i contatti diretti ed indiretti, l’impianto elettrico di un utente attivo e i metodi di protezione delle persone e dei beni dono essere in grado di operare in tutti i modi di funzionamento previsti. Inoltre, se l’impianto elettrico è collegato a diverse sorgenti di alimentazione in parallelo, tutte le masse simultaneamente accessibili devono essere collegate allo stesso dispersore, singolarmente, in gruppo o collettivamente. Dovrà essere previsto anche un interruttore principale idoneo al sezionamento di ciascuna sorgente di alimentazione.
La protezione contro i sovraccarichi, deve tenere conto di tutti i valori di corrente di sovraccarico e di cortocircuito che possono verificarsi in qualsiasi punto del PEI.
Completano la Parte 8.2 i modi di funzionamento dei PEI indicati nell’Allegato B (informativo), l’interazione con la rete pubblica descritti nell’Allegato C (informativo) e l’architettura dei PEI riportata nell’Allegato D (informativo).
È facile intuire che si tratta di un primo approccio normativo all’autoconsumo collettivo e alle comunità energetiche rinnovabili, di cui recentemente si è occupata anche la legislazione europea. Si tratta di concetti in evoluzioni legati alla transizione energetica ed ecologia, un nuovo paradigma destinato a rapiti sconvolgimenti e all’evoluzione della legislazione e delle norme.

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